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Cantina Moio

Intervista a Bruno Eliseo Moio

Viticoltori per nascita o per passione?

Direi che le due cose sono collegate. Mio padre, Michele Moio nella seconda metà del novecento intuì che il vino rosso ottenuto dalle uve di Primitivo, provenienti dai migliori siti di Mondragone, poteva degnamente essere considerato la versione moderna del vino caro ai romani antichi. Da lì lo slancio per piantare le vigne, curarle e spostare quindi l’attenzione sulla viticoltura per cercare di capire come potesse esprimersi al meglio questo vitigno nelle nostre terre.All’epoca in cui mio padre iniziò, l’attività di cantina era praticamente separata dall’azienda agraria, quando invece anni dopo è arrivato anche in Italia il concetto di terroir francese, si è capita l’importanza sempre maggiore delle vigne e con il progresso tecnico vitivinicolo che avanzava mi sono concentrato prima sulla viticultura e poi sulla cantina.Si può dire che ci siamo nati dentro, che è una passione che ci è stata prima tramandata ed è stata nutrita continuamente facendola sempre di più evolvere ma restando comunque sempre legati alle tradizioni di famiglia.

Quante bottiglie producete?

La produzione sia aggira intorno alle 120.000 bottiglie.

Ci dica almeno una caratteristica della terra dove vinificate che trasforma la vostra uva in un vino pregiato.

Ci troviamo in prossimità del mare e dunque i nostri suoli sono prevalentemente sabbioso-vulcanici. È rinomata l’elevata fertilità dei suoli vulcanici, ricchi in sali minerali, fosforo, potassio e magnesio. Micro e macro-nutrienti che consentono alla pianta avere un forte vigore della parete vegetativa e una forte produzione che si traduce nel bicchiere con un vino pieno e corposo. L’abbondante fertilità dei suoli dell’areale di Mondragone viene bilanciata dalla presenza di un’ampia percentuale di suoli sabbiosi, notoriamente scarsi in nutrienti. I suoli sabbiosi, inoltre, hanno una grande capacità di drenaggio dell’acqua in eccesso favorendo l’accumulo di zuccheri negli acini.
Questo ci consente di produrre vini potenti e strutturati che, insieme all’alto contenuto di
antociani nelle bucce, sono le due peculiarità del vitigno Primitivo.
In conclusione, i nostri suoli con il clima tipico di queste zone costituiscono un binomio perfetto per la produzione di questo vino caldo e robusto, ottenuto dal Primitivo.

Quale è il vino che consiglia e ci dica anche a quale piatto lo abbinereste?

Le consiglio senza alcun dubbio il Moio 57. È il vino al quale sono più legato perché mi riporta a mio padre. Lui scelse questo nome per la straordinaria vendemmia del 1957, che si ottenne a Mondragone.
Ha un colore rosso rubino, un profumo fruttato con un fondo di spezie e di liquirizia. Al gusto è caratterizzato da una notevole concentrazione ed un ottimo equilibrio. L’abbinamento ideale sono le carni rosse, arrostite, alla brace o con sughi speziati, ma anche la selvaggina, i brasati e gli umidi a lunga cottura. Più in generale piatti con una discreta struttura capaci di sposarsi con questo vino piuttosto corposo.

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