Cantine del Mare
Intervista allo Chef Gennaro Schiano
“ Il recupero delle vigne centenarie destinate ad essere abbandonate “
Come e quando nasce la sua cantina
L’azienda agricola esiste da 3 generazioni e il vino lo vendevamo sfuso, in damigiane, ma è nel 2003 che ho imbottigliato per la prima volta seguendo le moderne tecniche della vinificazione e le regole della DOC Campi Flegrei. La mia è una piccola azienda a carattere familiare, le uve vengono tutte dai vitigni autoctoni di Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei, provengono da vigneti che ho preso in gestione sparsi nel territorio dell’Area flegrea. Alcune vigne erano di vecchi contadini destinate ad essere abbandonate, sono vigne centenarie dalle quali produco vini di cui sono particolarmente orgoglioso. Non compro uve, mi piace seguire e curare personalmente tutta la filiera produttiva, dalla coltivazione della vigna, alla raccolta fino all’imbottigliamento.
Quante bottiglie producete
Tra le 45mila e le 50mila suddivise tra: Falanghina, Piedirosso, Torrefumo, Terrazze Romane, Sorbo Bianco, Sorbo Rosso Riserva, Terra del Padre Riserva, Brezza Flegrea, Griseo Harenae, Vento di Grecale e Montè, che è una grappa da passito di Falanghina.
Mi dica almeno una caratteristica della terra dove vinificate che trasforma la sua uva in un vino pregiato
Siamo nei Campi Flegrei “Terra ardente” quindi suolo vulcanico, lapilloso/sabbioso e grazie a questo suolo abbiamo la fortuna di avere le viti a piede franco.
Si definisce “franco” perché la pianta cresce con radici proprie, senza essere invece innestata su di un altro apparato radicale. Tutto dipende da un piccolo insettino che vive sottoterra, la Fillossera, che va pazzo per le radici della vite, e che mangia voracemente con il piccolo problema conseguente di infettare i vasi linfatici della pianta e di farla morire. Purtroppo non ci sono rimedi. Questa bestiolina malefica è di importazione, in Europa infatti non esisteva, ma è stata involontariamente importata proprio dalle Americhe nel corso del XIX secolo, con il risultato di sterminare il 95% dei vigneti europei.
Dopo vari tentativi si pensò di innestare artificialmente le piante europee sulle radici di piante americane, che conoscendo la fillossera da secoli e si erano nel frattempo adattate a combatterla. Il sistema funzionò e da allora abbiamo le viti ibride praticamente ovunque, tranne in quei vigneti, come nei Campi Flegrei dove la fillossera non vive, perché non ama la composizione del terreno.
Come è cambiato il vostro lavoro dopo l’emergenza Covid-19. Le visite in cantina sono di nuovo permesse?
Durante la pandemia le vendite hanno subito un calo tremendo, in quanto il nostro mercato era indirizzato soprattutto al settore della ristorazione, pian piano ci stiamo facendo spazio nelle vendite on line e al dettaglio. Ora siamo finalmente nel momento della ripartenza e siamo fiduciosi nella ripresa.
Quale è il vino che consigliate e ci dica a quale piatto abbinarlo
Voglio proporre Torrefumo, è un cru di Falanghina che proviene da Vigna Anfiteatro, una vigna di circa 20 anni creata dal nulla, il terreno recuperato da anni di abbandono dove c’erano solo rovi e sterpaglie, era un antica cava di matrice tufacea di origine vulcanica, oggi ricorda un anfiteatro. E’ una vigna che guarda verso il mare, di fronte le isole di Procida e Ischia, e in alcuni momenti di tempo più scuro si riesce a vedere anche Capri, Punta Campanella e Ventotene.
Le particolari condizioni pedoclimatiche conferiscono alle uve e quindi al vino grande eleganza , sapidità e sensazioni iodate.
Va sicuramente bene con tutti i piatti a base di mare come molluschi, fritture, primi piatti, pesce. Recentemente l’ho abbinato al classico ma sempreverde risotto alla pescatora: un esplosione di gusto! Abbinamento perfetto.
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