Pasta e patate con provola al forno…..
…la tradizione in tavola
La pasta e patate è un piatto semplice e genuino, fa parte della tradizione povera ed è un classico della cucina napoletana. La pasta utilizzata è quella mista, poiché anticamente si mettevano insieme i diversi formati di pasta avanzati in dispensa, mentre per insaporire le patate si aggiunge un po’ di pancetta ed in ultimo, la scorza di parmigiano. La vera pasta e patate deve essere “azzeccata”, ovvero ben asciutta: dopo aver aggiunto la pasta al sugo delle patate, infatti, bisogna coccolare la pasta mescolando di continuo, per ottenere un piatto cremoso e ben amalgamato. C’ è chi preferisce la pasta e patate nella versione bianca, chi invece, come me, aggiunge qualche pomodorino per realizzare la versione rossa. Una variante molto diffusa e appetitosa è quella della pasta e patate al forno con l’aggiunta della provola, un’ottima idea se avete tanti ospiti a pranzo, anche perché potrete prepararla in anticipo, ed è quella che vi proponiamo adesso.
Ingredienti per 4 persone:
320 gr. di pasta mista
750 gr. di patate
1 cipolla ramata di medie dimensioni
5/6 pomodorini
60 gr. di pancetta a dadini
100 gr. di provola
Olio evo q.b.
Sale
Pepe
Parmigiano
Pecorino
Basilico
Preparazione:
Lavate e sbucciate le patate, poi tagliatele a tocchetti. In una pentola sul fuoco fate soffriggere con un po’ d’olio d’oliva la cipolla tritata insieme alla pancetta ed i pomodorini tagliati a metà.
Aggiungete le patate, ricoprite il tutto con acqua, salate e pepate e fate cuocere per 15/20 minuti.
Calate la pasta e ricordate di scolarla a metà cottura.
Mescolatela alle patate sul fuoco aggiungendo un po’ di acqua di cottura, il pepe, il pecorino, il parmigiano ed il basilico.
Versatene una metà in una pirofila precedentemente imburrata aggiungete la provola tagliata a tocchetti, altro parmigiano e ricoprite con il resto della pasta.
Aggiungete altro parmigiano e dei fiocchetti di burro, fate gratinare al forno per circa 15 minuti e buon appetito!
Cantine Fontanavecchia
Intervista a Libero Rillo
Dott. Rillo, come e quando nasce la sua cantina
Le storiche cantine Fontanavecchia sono un vero e proprio tempio dedicato al vino, al duro lavoro dell’uomo, all’incanto dei lenti e delicati riti che da generazioni intessono la vita di una famiglia di vignaioli. Sono state costruite dal capostipite della famiglia Rillo a partire dal XIX secolo e poi, con il tempo, sono state ristrutturate e ingrandite. Oggi rappresentano una realtà vitivinicola di spicco nel territorio campano, l’azienda Fontanavecchia si sviluppa nell’omonima contrada di Torrecuso, in provincia di Benevento su una superficie di 20 ettari. Nella gestione, sono affiancato, assieme a mio fratello Giuseppe, dalla preziosa esperienza di nostro padre Orazio.
Un’azienda di famiglia, quante bottiglie producete
Centottantamila
Mi dica almeno una caratteristica della terra dove vinificate che trasforma la sua uva in un vino pregiato
Il nostro è un territorio molto particolare adatto a produrre vini, sia bianchi sia rossi, è una terra di spessore con un forte carattere e particolare tipicità.
Noi diciamo sempre: “Il mio vino ha carne ed ossa e pelle che è profumata di memoria, sapore che avvolge le lingue e risveglia la parola, il mio vino è sangue di questa terra e questa terra è tutto ciò che ho dentro”.
Come è cambiato il vostro lavoro dopo l’emergenza Covid-19? Le visite in cantina sono ancora permesse?
Al momento non sono permesse, ma restano comunque uno strumento molto valido per far conoscere i propri vini e le proprie filosofie aziendali. Speriamo di riprenderle quanto prima, appena non saremo più zona rossa. Siamo una cantina molto grande, con grandi spazi aperti pertanto le visite, se contingentate, potranno riprendere in sicurezza non appena sarà consentito.
Recentemente avete ottenuto un importante riconoscimento dall’Associazione Italiana Sommelier, di quale vino si tratta e ci dica anche a quale piatto abbinarlo.
E’ un riconoscimento che ci riempie di orgoglio. Si tratta di Vigna Cataratte – Aglianico del Taburno Riserva DOCG 2015. A mio parere, l’abbinamento perfetto è con un caciocavallo del nostro Sannio stagionato almeno per quindici o meglio ancora diciotto mesi. I nostri vini raccontano, da sempre, una storia di paziente lavoro svolto per ottenere un unico obiettivo: l’eccellente qualità. Per questo motivo tutte le fasi di lavoro: dalle attività in vigna alla vinificazione fino all’imbottigliamento sono svolte con passione e scrupolosità per favorire e condurre all’eccellenza l’identità e la peculiarità che ciascun vitigno sa esprimere.
Info e Contatti
Via Fontanavecchia 82030 Torrecuso (BN) www.fontanavecchia.info tel. 0824876275
La Canestra di Frutta
di Paola Lunghini
E’ questa una preparazione solo di frutta, ma il titolo non tragga in inganno! Dimenticatevi perciò la “canestra” del Caravaggio…ma ricordatevi che è inutile prepararla se i commensali sono meno di otto! Ci vuole un bel po’ di tempo, infatti… (In ogni caso, se siete a Milano, la Canestra del Caravaggio andate a vedervela alla Pinacoteca Ambrosiana, ne vale sempre la pena).
Ingredienti
Il principale occorrente è un piatto piano di portata, rettangolare, lungo almeno 40 cm e largo una ventina circa.
Poi occorre un po’ di zucchero vanigliato.
Per accompagnare, a latere, una bella ciotola di panna montata (che potete agevolmente acquistare già pronta in una buona gelateria). In alternativa, una bella ciotola di gelato alla crema. Ciò andrà lasciato in frigo sino al momento di servire.
Per la frutta :
due pompelmi rosa, due arance rosse, due/tre pesche gialle, due mango (o papaya), sei kiwi, sei albicocche, mezza fetta di anguria, due fette di melone, una manciata abbondante di ciliegie (prive del peduncolo e denocciolate con l’apposito strumentino).
Preparazione :
Lavate accuratamente e sbucciate accuratamente tutta la frutta così come la situazione richiede.
Affettate accuratamente tutti i frutti, le fettine devono essere il più sottili possibile (levate ovviamente le pelline e i semini degli agrumi e dell’anguria, i noccioli, etc.) e poneteli ciascuno in una separata ciotola.
Poco prima di servire, prendete il piatto di portata, mettetelo orizzontalmente di fronte a voi e deponetevi (a seconda della vostra sensibilità cromatica) una bella fila di fettine di frutta, una/due per ciascuna, sul lato corto, in verticale : io di solito “ parto” da sinistra con il pompelmo, proseguo con l’ anguria, poi proseguo con il… e poi vedete voi.
Se avete fatto bene i conti, arriverete in fretta all’estremità destra del piatto sul quale appoggerete infine le decorative ciliegie. Una spolverata di zucchero a velo, la ciotola di panna montata a fianco…
Anche se i vostri commensali saranno già satolli, a una “canestra” di frutta cosi è difficile resistere…
Gnocchetti di patate alla crema di “lattuga appassita”
di Paola Lunghini
Vi ritrovate dimenticata in frigo una lattuga ormai un po’ appassita e francamente bruttarella, impossibile quindi da portare in tavola come insalata? Non buttatela nell’umido! Fateci una bella cremina con la quale condire gli gnocchetti, secondo le istruzioni sotto. Ricettina semplice, veloce, economica e buonissima: provare per credere.
Ingredienti per quattro persone:
Due confezioni (da 500 gr/cad) di gnocchetti di patate di “produzione industriale/artigianale”, ma di ottima qualità
Una lattuga un po’ appassita, ma ben mondata delle foglie troppo “invecchiate”
Una confezione da 250 ml di latte micro filtrato parzialmente scremato
Un bicchiere di vino bianco
Due spicchi d’aglio (se graditi)
Due cucchiai di formaggio grana grattugiato (o pecorino, vedete voi)
Una noce di burro
Brodo vegetale
Sale e pepe q.b.
Preparazione:
Non mettetevi a confezionare gli gnocchetti con le vostre manine: ci mettereste una vita, vi verrebbero bruttissimi e per giunta vi riempireste di farina sino ai capelli. Credete a me, in commercio si trovano gnocchetti di patate che sono buonissimi e bellissimi, e tutti perfettamente identici. Oltretutto sono comodi: una volta rovesciati in una pentola dove avrete preparato un buon brodo vegetale, in due minuti saranno affiorati, et voilà, metà della cena è già fatta. Mentre il brodo inizia a sobbollire, frullate velocemente la lattuga con il latte e l’aglio, e trasferite la crema così ottenuta in un tegame, che scalderete a fuoco basso, aggiungendo il burro. Rovesciatevi dentro gli gnocchetti (che nel frattempo avrete messo a cuocere nella pentola e saranno affiorati), aggiungete il vino, il formaggio grattugiato, il sale e il pepe q.b., e mescolate morbidamente per un minuto o poco più.Nota: se la lattuga ut supra dispone ancora di qualche foglia larga e “decente”, usatele per “foderare” a mo’ di petali la zuppiera che porterete in tavola…